L'INTERVISTA:
Come hai iniziato a fare lo chef? Descrivi il tuo percorso lavorativo in breve…
S: Sono nato e cresciuto (nel vero senso della parola) dentro una cucina, ultimo di sei fratelli, divisi in due famiglie, quella di mio padre e quella di suo fratello, che gestivano a loro volta il locale che era stato del loro padre Lazzaro (da qui il nome del ristorante). Ho sempre voluto fare solo questo, penso che non saprei fare altro. Ho girovagato per una decina d’anni, e mi è stato insegnato a fare un passo indietro dinnanzi al cibo, a rispettarlo. Poi ho imparato il senso del sacrificio e il privilegio d’entrare in cucina la mattina. E ora lavoro a casa mia, ogni giorno devo ricordarmi solo questo...
C: Il mio primo incarico da chef e’ stato in Francia, al Ristorante La Cendree. Poi, sempre, in Francia, ho lavorato in Costa Azzurra, e ho girato molto le isole del nostro Mediterraneo, come la Sardegna, presso l’Hotel Cala Di Volpe, Stromboli, Malta. Quindi è stata la volta delle Dolomiti, con due esperienze molto importanti: una al Alpen Plaza Hotel, e un'altra dove ho conseguito numerosi riconoscimenti, tra cui la mia prima Stella Michelin! Nel frattempo sono diventato Consulente per la Castalimenti, specializzato in cucina mediterranea e sviluppo delle nuove tecnologie nel settore gastronomico. Nel 2009 esce il mio primo libro: “Cucina mediterranea in alta quota”, per la casa editrice Gribaudo. Nel 2012 conosco l’imprenditore Federico Chignola, insieme alla moglie Sara, il quale mi chiede di collaborare per dar vita al suo nuovo progetto. Inizia così una nuova avventura presso il Ristorante La Casa Degli Spiriti, a Castion di Costermano, Verona.
Quali ‘ingredienti’ ti hanno permesso di farcela?
S: La mia famiglia, la salute, la fortuna, il senso del dovere… ma se pensassi di avercela fatta non sarebbe un’idea troppo intelligente, forse anche in questo sta il privilegio di svolgere un lavoro come il mio: puoi spaziare all’infinito tra le conoscenze e la cultura, c’è un inizio ma non una fine, per un percorso che ti entra nell’anima e nel corpo.
C: Tutto quello che vive nell’universo marino e la passione per il foie gras d’oca.
Qual è la caratteristica principale del tuo carattere?
S: La tenacia.
C: Passione, tenacia, curiosità, determinazione.
Il tuo piatto preferito?
S: La pasta.
C: Sarò ripetitivo ma sono attratto dai pesci d’altura, e dai crostacei... Amo molto anche i legumi e i cereali.
Qual è l'ingrediente che usi di più in cucina?
S: L’acqua.
C: L’olio extravergine d’oliva.
Quando non sei ai fornelli qual è la tua attività preferita?
S: La Diletta.
C: Andare in giro in Harley con mia figlia Asia, e quando va a scuola porto volentieri anche la mia compagna Maristella, così poi ne approfittiamo per far giri gastronomici in ristoranti gourmet!
Il tuo rapporto con l'arte e la tua forma d'arte preferita?
S: Mi emoziona pensare a tutti i vissuti, i momenti, i perché ma anche i poi, che si celano dietro l’origine di ogni opera che mi affascina… se vogliamo, ma senza esagerare, anche la storia di un piatto può celare questi retroscena. Riassumendo, quindi, amo i backstage di un opera d’arte.
Il cinema è la mia forma d’arte preferita.
C: Sono sincero, mi piacciono le cose belle, le donne sono una forma d’arte che amo moltissimo, poi un tramonto, il colore del mare con le sue sfumature sempre diverse… Invece ciò che è statico, sempre uguale, un po’ mi intristisce. Adoro il colore, la vivacità, le forme, e cerco di esprimerle nei miei piatti, molto allegri, profumati e gustosi.
Se fossi un quadro o un’opera d’arte quale saresti?
S: Mi piace pensare al pensatore di Rodin, ma è più un fatto “posturale”…
C: “Autoritratto” di Vincent Van Gogh.
Se fossi un film…?
S: “Field of Dream”.
C: “Il miglio verde”.
Se fossi una canzone/una musica…?
S: “Don’t Stop Me Now” dei Queen.
C: “Vita spericolata” di Vaco Rossi.
Se fossi un libro…?
“White Heat” di Marco Pierre White
Qual è lo chef che ammiri di più? E l’artista?
S: Tutte le persone che si pongono nei confronti del cibo con passione ed etica sono per me simbolo di grande professionalità nel lavoro, ciò penso che valga anche per gli altri settori.
L’artista è Stanley Kubrick.
C: Il grande chef Alain Ducasse.
Hai mai usato la cucina come arma di seduzione?
S: Tutti i giorni in ogni piatto.
C: La cucina mediterranea e’ seduzione! Preparare delle crudité di pese e verdura da consumarsi esclusivamente senza posate, per una cena tet a tet, può essere estremamente seducente…
Il tuo motto?
S: Cuciniere organizzato proporzionalmente incasinato nella vita.
C: Boia chi molla!!!