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Se la settimana scorsa abbiamo dedicato il nostro appuntamento settimanale a Unbreakable Kimmy Schmidt, è inevitabile non concentrare attenzione su Great News, l’altra serie prodotta da Tina Fey e ideata da Tracey Wigfield, già autrice del meraviglioso 30 Rock (per il quale si è aggiudicata un Emmy). Negli States va in onda sulla BBC, in Italia su Joi; la serie, come indica vagamente il nome, racconta le (dis)avventure di una redazione telegiornalistica, filtrate dall’occhio di una sua goffa, adorabile producer (Briga Heelan).
Una giovane donna alle prese con disastri professionali, sentimentali (è single) e famigliari: alla frustrazione di confrontarsi con un lavoro non sempre gratificante e con uomini amati-odiati (come il suo responsabile, il perfettino Greg, interpretato da Adam Campbell), si aggiunge la presenza in redazione della sua oppressiva mammà, Andrea Martin (classe 1947), tra le attrici americane brillanti più sottovalutate di sempre, una vera gemma.
Great News è un’altra importante dimostrazione di quanto gli universi plasmati da Tina Fey in tv ma anche al cinema (da 30 Rock, a Kimmy Schmidt, allo stesso Mean Girls) siano devoti a un surrealismo che non può prescindere dall’analisi, spesso spietata, della contemporaneità.
Una satira che non è mai greve ma che riesce a colpire nei punti giusti: disparità uomo-donna, politica, sesso (e sessismo), con una raffinatezza e una lucidità che hanno pochi rivali.
Si obietterà: Tracey Wigfield ha ideato la serie, non Tina Fey, che ne è solo la produttrice esecutiva (oltre che guest star per un arco narrativo importante della seconda stagione). L’influenza di quest’ultima sulla Wigfield, tuttavia, è rigorosa ed evidente: Great News non sarà mai ai livelli di 30 Rock, ma veleggiando con simpatia negli orizzonti che si è prefigurata fa la sua discreta figura. E anche qualcosa in più.