1961, New York.
Llewyn Davis è un cantautore che vive nel Greenwich Village.
Perennemente alla ricerca di una scrittura, della svolta, di qualcuno che lo produca, vaga per la città. Ha pubblicato un disco che vende pochissimo, il suo socio si è suicidato e la sua pseudo ragazza è incinta di lui.
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Stanco di vivere di espedienti e di dormire sui divani degli amici, dei quali custodisce il gatto,
decide di andare a Chicago per esibirsi di fronte a Bud Grossman.
Da qualche film a questa parte mi domando: ma siamo sicuri che Il Grande Lebowski, Non è un paese per vecchi e Fargo siano tre film dei Fratelli Coen?
Io faccio fatica a crederci. A partire da Un uomo tranquillo, i due fratellini, hanno cambiato registro cercando di girare film introspettivi sul malessere di persone per bene. Peccato che abbiano fatto un flop, anche con A proposito di Davis.
Il film, girato in quel bianco e nero che fa subito indie, è lento, insulso, senza senso, noioso e con una trama buttata lì come una partita a shangai.
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Il protagonista, interpretato da un semi sconosciuto Oscar Isaac, ispirato alla vita del cantante folk Dave Van Ronk (e chi lo conosce), vaga per New York senza mai approdare da nessuna parte e in nessun contesto. Viene rifiutato, gli vengono date delle serate imbarazzanti, poi tolte, viene picchiato e deve portarsi dietro un gatto non suo oltre a sapere che forse diventerà padre.
Uno entra e pensa di vedere uno di quei film stile Still Life, che guardano nel profondo di una persona sola, e invece si trova a guardare un film che ricorda, tra l'altro, Un caffè a Berlino che era molto ma molto più profondo.
E pensare che ha anche parecchie candidature (leggi
qui tutte le candidature agli Oscar 2014).
A PROPOSITO DI DAVIS
Regia di Joel & Ethan Coen
Con: Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett
Genere: Drammatico
Durata: 105 min
Nelle sale italiane: giovedì 6 febbraio '14