
Italia, 1959.
Guido, dieci anni, entra in Seminario sperando di diventare sacerdote.
Quasi subito capisce che essere seminarista significa non avere una volontà propria, ma sottostare alle regole imposte dalla dottrina e dalla disciplina.
La repressione sessuale, le confidenze con i compagni, la società ristretta fatta di soli uomini fanno prendere consapevolezza a Guido di non aver fatto la scelta giusta.
Affascinato da una ragazza che ama segretamente, e con cui dialoga attraverso il cancello del Seminario, Guido cercherà di resistere, ma l’amore e il desiderio di indipendenza saranno più forti di una vocazione già debole in partenza.

Film indipendente, in bianco e nero, 100 minuti di durata,
Il Seminarista ci accompagna all’interno di una
scuola di formazione per giovani preti.
I rituali, le preghiere, le punizioni e tutto ciò che già, grazie ad altri film conosciamo già, vengono mostrati sequenza dopo sequenza.
La repressione degli istinti in nome di un bene superiore, non trova conferme in alcune figure di riferimento, come il prete pedofilo. E la correttezza si trasforma in inganno e nella necessità di nascondere ciò di cui non si deve parlare.
Senza alcun momento divertente, ma nemmeno drammatico, il film riesce a trasmettere allo spettatore, credente o meno, le mille contraddizioni della fede che considera sbagliati anche i sentimenti basilari. Non una passeggiata di salute, ma comunque una produzione che vale la pena di essere vista e apprezzata per il tentativo, tutto italiano, di raccontare una storia già nota.
Passato quasi inosservato nelle sale.
Il Seminarista
regia di Gabriele Cecconi
Titolo originale: Il seminarista
Cast: Filippo Massellucci, Andrea Pelagalli, Gianluigi Tosto, Giorgio De Giorgi, Francesco Tasselli
Genere: Drammatico
Durata: 100 min
Uscito in Italia: venerdì 6 giugno 2014