Ornate. Brianza, forse oggi.La figlia del proprietario di un'agenzia immobiliare, il Sig. Ossola, separato e con compagna incinta di due gemelli, esce con il figlio di un magnate della finanza, il Sig. Bernaschi, ricchissimo e sposato con una moglie che gli anni hanno reso più bella.
Sfruttando questo flirt, il Sig. Ossola riesce a entrare nel fondo Bernaschi, un investimento da 500.000 euro in su che promette un guadagno del 40% in pochi mesi.
Ossola si indebita con le banche e rischia di perdere tutto e anche di più.
Intanto, una notte, il SUV del figlio di Bernaschi pare aver investito un ciclista abbandonandolo senza soccorrerlo. Cosa è successo? Si scoprirà solo alla fine, dopo che la stessa storia sarà stata narrata quattro volte da quattro prospettive diverse.
Da Livorno alla Brianza il passo non è proprio breve e Paolo Virzì ha rischiato molto decidendo di girare un film fuori dai suoi confini sociali.
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Ha rischiato ma ha vinto, o quasi.
Partendo dal libro omonimo di Stephen Amidon, contrappone due personaggi diversi ma allo stesso tempo schifosamente uguali: il Sig. Ossola, interpretato da un grandissimo Fabrizio Bentivoglio, e il Sig. Bernaschi, un ottimo Fabrizio Gifuni. E ne contrappone anche le famiglie, in figli e i comportamenti: ruffiano e senza scrupoli il primo, senza scrupoli e tutto d'un pezzo il secondo.
A far da sfondo alla varia (in)umanità ci sono i figli, le loro bugie, i loro vizi e un incidente in cui qualcuno si è fatto male. Ma era solo un cameriere e chi se ne frega.
Se ne frega la polizia, con il suo ispettore (un Bebo Storti sempre di ottimo livello) che non molla l'osso, pronto a tutto pur di provare la colpevolezza del ricco Bernaschi così da togliergli la convinzione di essere migliore degli altri.
La verità, che viene fuori solo alla fine, rinuncia al dramma, ci mostra come i figli siano forse peggio dei loro genitori e che forse, se nasci orfano la sfortuna ti perseguita.
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Trionfo delle
case meravigliose e di
attori famosi che fanno quasi dei camei (Valeria Golino, Gigio Alberti, Bebo Storti e Luigi Lo Cascio),
Il Capitale Umano è un ottimo quasi noir, quasi commedia, quasi drammatico, quasi film che è stato anticipato da uno trailer totalmente fuorviante. Decisamente troppo marcato l'accento dei protagonisti e troppo macchiettistico il Sig. Ossola. Probabilmente questo il motivo delle critiche leghiste (di leghisti che non avranno nemmeno visto il film).
Da segnalare, come sempre, l'ottima interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi, una che di talento ne ha da vendere (altro che la sorella), alla quale è affidata la frase più bella del film: "Avete scommesso sulla rovina di questo paese e avete vinto".
Sicuramente da vedere.
Il Capitale Umano