Ok, non è proprio una serie dedicata soltanto a personaggi femminili ma sarebbe ingiusto non riservare a Modern Family, giunto alla sua nona stagione, lo spazio che merita, perlomeno su questi lidi.
In onda da quasi dieci anni sulla ABC, la serie targata 20th Century Fox si è da subito imposta come uno dei bacini più ricchi e diversificati per raccontare le contraddizioni – e le trasformazioni – della famiglia americana contemporanea.
La forza dei dialoghi, lo smalto degli interpreti e un’invidiabile capacità di osservare il reale nei suoi aspetti più parossistici e mai “corretti” ne fa un gioiello, a volte brillante, a volte più opaco - ma tenere alto il ritmo per nove stagioni non è affare da poco.
Creata da Christopher Lloyd e Steven Levitan,
Modern Family segue la struttura del mockumentary, il falso documentario, raccogliendolo come pretesto per raccontare tre famiglie diverse: il divorziato che sposa in seconde nozze una donna più giovane e bellissima, il marito e la moglie alle prese con figli disfunzionali e nevrosi sparse, la coppia gay che ha adottato una bambina dopo avere incontrato non poche difficoltà sul percorso di vita condiviso.
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La serie, nonostante momenti spassosi e battute memorabili, riserva ai personaggi femminili una delicatezza importante nel coglierne le evoluzioni: la dolce Gloria (Sofìa Vergara), la nevrotica Claire (Julie Bowen, la migliore dell’intero cast), la nerd Alex (Ariel Winter), la disinibita Haley (Sarah Hyland) e la piccola Lily (Aubrey Anderson-Emmons) sono personaggi belli perché stratificati, imprevedibili, diversi.
È nella commistione dei caratteri si ritrova la forza originaria del progetto: una grinta intellettualmente onesta, che ne fa un instant classic da non perdere.