Chi vive in un luogo di mare, inevitabilmente se lo porta dentro ogni giorno della propria vita: si ricorre al mare per riafferrare un ricordo felice, per lasciare che la brezza marina asciughi le lacrime, per cercare un rifugio in cui lasciar vagare lo sguardo e liberare i pensieri.
Sullo sfondo della sua Marina di Pisa,accompagnata dall’aria salmastra e dal luccichio delle onde,osservando e ascoltando il mondo intorno a lei, la poetessa Veronica Manghesi ha racchiuso nei propri versi l’amore nelle sue mille sfaccettature: gli affetti più cari, la sensualità, il dolore, la privazione di libertà, l’incedere del tempo, la riscoperta della consapevolezza di se stessi, il cordone ombelicale con la propria città.
Versi nati anche per dare voce ai pesci che non urlano, a chi con voce flebile e debole viene sovrastato dal clamore, dall’impetuosità degli eventi, dalla prevaricazione altrui. E’ un pesce che non urla colui che attraversa il mare su una imbarcazione precaria a caccia di speranza per una vita nuova, colui il cui ricordo rischia di svanire, colui che subisce violenza per mano altrui, colui che merita una strada per far conoscere al mondo la propria esistenza.
“I pesci che non urlano” è edito da Giovane Holden Edizioni nella collana “Versi di segale” dedicata alla poesia italiana.
L’autrice Veronica Manghesi ha al suo attivo, oltre a numerose presenze in antologie letterarie, la pubblicazione nel 2014 per MdS Editore Il mio mare all’improvviso.