A cura di Fausta Canzoneri - www.ilmetropolitano.itVia Lago Malaspina, Pioltello,
hinterland milanese. Una donna,
Patrizia Reguzzoni di anni 58, viene ritrovata in una pozza di sangue da un passante, che avverte il 118, da cui parte la chiamata ai carabinieri di Monza. Il delitto sarebbe avvenuto la mattina del 2 novembre. Non appena la donna è stata riconosciuta attraverso i documenti, è stato avvertito il marito che, ascoltato dai carabinieri, ha indirizzato le indagini verso una donna, una ventottenne,
Vittoria Orlandi specializzanda in neurochirurgia. La ragazza era
l’amante dell’uomo, che aveva conosciuto, stando alle dichiarazioni della donna, nel gennaio 2010. Quest’ultimo aveva abbandonato il tetto coniugale nel settembre di quest’anno.
La donna appare piuttosto confusa durante l’interrogatorio, e chiede addirittura, dopo essere stata incriminata del delitto, di poter tornare a casa. Si riferisce all’uomo come “ex-compagno” il che lascia pensare all’eventualità che la relazione si sia interrotta da poco. Il movente sarebbe, per l’ennesima volta, di tipo passionale.
Patrizia Reguzzoni aveva una fedina penale immacolata, nessuno scheletro nell’armadio, una donna come tante altre, con una figlia e una vita tranquilla. L’omicidio sarebbe accaduto dopo una discussione svoltasi per ‘chiarire’ alcuni aspetti della relazione extraconiugale del marito.
La signora Reguzzoni è deceduta in seguito ad una
ferita al collo con un coltello da cucina con lama da 20 cm. La donna è stata poi trascinata in un campo adiacente al parcheggio per alcuni metri, agonizzante, sino alla morte. Sarebbe giunta in ospedale ormai priva di vita. Il pm Vulpio ha richiesto la convalida di fermo della ragazza per fissare l’interrogatorio con il gip nei giorni a venire.
I dubbi sono pochi e sembra l’ennesimo
delitto passionale risolto nel giro di qualche ora. Un delitto che lascia perplessi per la freddezza con cui è avvenuto. Una freddezza tale da scatenare la furia di una ragazza innamoratasi dell’uomo sbagliato, lo stesso uomo che avrebbe dovuto adempiere al suo impegno ‘a vita’ con un’altra donna, con cui aveva costruito una famiglia e un modus vivendi all’ordine del giorno.
Forse la routine, l’insoddisfazione, la voglia di provare esperienze forti, nuove, o il brivido di un amore clandestino, o l’amore in sè, sbagliato seppur amore, hanno indotto alla peggiore delle situazioni possibili. Di certo c’è soltanto una donna uccisa e lasciata morire da sola, una donna che aveva l’unica colpa di aver sposato
l’ennesimo uomo sbagliato.