
Era il 1910 quando la nobildonna Luisa Casati acquistò a Venezia l’abbandonato Palazzo Venier dei Leoni e ne fece la sua residenza fino al 1924. Lì la marchesa aggiunse il suo tocco personale, quel tanto che bastò per essere definita un’icona intramontabile di stile e di eleganza ma sempre eccentrica nelle sue scelte, come quella di ospitare corvi albini, pavoni e ghepardi. Tuttavia, a stupire fu soprattutto la sua immagine: adottò infatti un abbigliamento unico nel suo genere, caratterizzato da un trucco appariscente e dagli abiti che l’avrebbero consacrata quale dark lady della Bella Époque.
Il suo fascino incantò persino Gabriele D’Annunzio, con il quale ebbe dapprima un’amicizia e poi una relazione che causò uno scandalo. Da quel momento, in poi, la marchesa fece suo lo stile che l’avrebbe segnata per tutta la vita, lo stesso che attirò lo sguardo di artisti come Man Ray e Giovanni Boldini, ma fu anche la musa dei futuristi Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero e Umberto Boccioni. Così, oggi, abbiamo un’importante eredità che si distingue per i ritratti, le fotografie e le sculture a lei dedicati.
E sono proprio questi ultimi a essere l’oggetto della mostra La Divina Marchesa. Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli anni folli che si terrà al Palazzo Fortuny a Venezia fino all’8 marzo 2015. Un’occasione unica per vedere le opere che ritraggono la protagonista di questa esposizione, la prima dedicata interamente alla nobildonna.
La grande retrospettiva è stata curata da Fabio Benzi e Gioia Mori e coprodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 Ore, e intende celebrare il suo fascino imperituro.

Per questo motivo il museo accoglierà diversi capolavori, provenienti dai musei di tutto il mondo, fra i quali 100 ritratti come La marchesa Casati (1919) di Augustus Edwin John, che è stata adottata come immagine del manifesto dedicato all’evento, oppure Luisa Casati (1930 circa) di Mario Natale Biazzi che proviene dalla Collezione Paolo Schmidlinz, e ancora La marchesa Casati (1920) di Romaine Brooks che fa parte della Collezione Lucile Audouy, la celebre fotografia La marchesa Casati come Elisabetta d’Austria (1935) scattata da Man Ray, e altrettanti gioielli e cimeli che sono appartenuti alla donna.
Tuttavia quella vita così sontuosa, che molti avrebbero desiderato, finì anche per lei nell’ultimo periodo della sua esistenza, quando morì povera a Londra all’età di 76 anni. Era il 1957. A parte questo tragico epilogo, la marchesa sarà ricordata per sempre come colei che diede impulso alla moda del tempo, moda che ha poi ispirato anche gli stilisti come John Galliano e i gioielli di Cartier. E quegli abiti fatti di lamé, di piume di pavone o di catene sono fonte d’ispirazione per le creazioni attuali, come quelle che si sono visti sulle passerelle di Dior per opera dello stesso Galliano. Ancora una volta la marchesa fa parlare di sé, in veste di leggenda vivente e donna emancipata quale fu per mezzo secolo.
Fino all'8 marzo 2015.