
Il tanto atteso Bookcity 2014 è quasi arrivato. Uno degli incontri proposti vede come protagonista il
fotografo Marco Palladino. Con il suo progetto “
Elegance and Dignity – Sotries from India”, racconta fotograficamente uno dei
paesi più importanti nella scena mondiale, la cui economia è ormai al pari di quella cinese, con una particolare attenzione alle
relazioni tra lo sviluppo industriale ed economico recente e la tradizione agricola. Il tutto offrendo all’osservatore una
visione nuova e completamente inaspettata.“Gli umili, gli sfruttati, gli ultimi sono portatori di una grande dignità. Essi incarnano il senso pieno di questa parola, perché vivono in una realtà dove la dignità non si ottiene facilmente.”
Il percorso inizia nella Mumbai moderna, soffermandosi sulle realtà di neo-proletariato urbano dai connotati tipicamente indiani; passa poi per i cimiteri navali in Gujarat, dove nugoli di operai smontano a mano enormi navi. La ricerca iconografica si sofferma sui villaggi preindustriali dell’India che vivono a stretto contatto con la modernità senza parteciparvi; nei villaggi di pescatori minacciati dall’inquinamento e dalla pesca industriale, nella regione delle minoranze etniche, e giunge a raccontare delle donne indiane che svolgono lavori usuranti nei villaggi agricoli preindustriali. Le fotografie su Udaipur in Rajasthan e su Hampi in Karnataka chiudono il percorso con una chiave di lettura storica.

Nella splendida cornice del Palazzo del ghiaccio, Marco Palladino presenta sabato 15 novembre il volume edito da Dalia Edizioni. L’incontro è alle ore 15 e si terrà un dibattito sulle tematiche trattate anche attraverso la proiezione di una serie di foto.
Marco Palladino, fotografo professionista e giornalista pubblicista vive a Roma. Dopo la laurea in Lettere classiche ha approfondito i suoi studi nell’ambito dell’Antropologia Culturale, le Scienze Storico-Religiose e le Scienze Naturali.
Si divide tra la professione di fotografo e la personale ricerca iconografica sulle società preindustriali a contatto con la modernità, sui mutamenti sociali indotti dai cambiamenti ambientali ed ecologici.
Collabora con alcuni collettivi di fotografia sociale, come
shoot4change e
witness journal e promuove la diffusione di un fotogiornalismo non legato alla cronaca. E' coordinatore e docente dell’associazione
Fotobiettivo.