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La differenza? Il metro di misura del talento è la poesia, arte che, insieme alla calligrafia, è accettata e permessa dalla religione islamica. Non solo, ma la lingua usata per i componimenti è un dialetto dei beduini, una lingua antichissima strettamente legata alla tradizione classica.
Hissa Hilal è la prima donna arrivata in finale a contendersi il titolo di poeta milionario. Giornalista, sociologa, poetessa, madre di quattro figli, ha respirato arte e letteratura sin dall’infanzia. Si presenta al pubblico completamente coperta, con quel niqab che fa tanto discutere in Occidente e che è già fuorilegge in Francia. Ma per lei, il suo abito, è uno strumento che le permette di allinearsi con i religiosi più ortodossi e di essere anche da essi ascoltata. La sua è “un’imposizione, non una scelta”, come lei stessa la definisce, consapevole che la forza delle parole possa abbattere anche barriere culturali millenarie. Ed è proprio attraverso la poesia che affronta argomenti scomodi per il mondo arabo: “Io uso la poesia per esprimere i sentimenti profondi di molte persone, soprattutto donne: il dolore di fronte a un divorzio, la frustrazione se ci si rende conto di aver scelto il marito sbagliato e si capisce che la società non ti perdonerà, la rabbia di fronte a chi vuole imporre regole e restrizioni che non sono nel Corano ma vengono spacciate come dettami religiosi”.
Non ha vinto, ma il programma ha avuto il merito di rendere celebre lei e le sue battaglie pacifiste contro la fatwa e a favore dell’emancipazione femminile.
“I have seen evil from the eyes of the subversive fatwas in a time when what is lawful is confused with what is not lawful;
When I unveil the truth, a monster appears from his hiding place; barbaric in thinking and action, angry and blind; wearing death as a dress and covering it with a belt [referring to suicide bombing];
He speaks from an official, powerful platform, terrorising people and preying on everyone seeking peace; the voice of courage ran away and the truth is cornered and silent, when self-interest prevented one from speaking the truth.”