Qualcuno lo chiamerebbe Karma, qualcun'altro segno del destino. Se mi fossi trovata al posto di
Carlo Cignozzi – avvocato milanese da tre generazioni – e durante un viaggio in Brasile in compagnia di un'amico avessi incontrato un "santone" settantenne di origine salernitana che dopo aver lanciato delle conchiglie a mò di dadi avesse predetto: "
Carlo, vino es tu vida, es como sangre e linfa de vida, e musica es pura armonia.. Vinu e musica Carlo, non te lo scurdà" gli avrei probabilmente consigliato di cambiare spacciatore.
Se durante lo stesso viaggio mi fossi anche lasciata convincere a sottopormi ad un rito sciamanico, nel quale avessi avuto la visione di me stessa, sdraiata in mezzo ad una vigna, mentre uno stormo di gruccioni svolazzava tra i filari emettendo suoni bellissimi e melodiosi, mi sarei semplicemente convinta che, forse, certe esperienze sarebbe stato meglio evitarle. Probabilmente in quel momento lo ha pensato pure lui.
Ma la vita è imprevedibile, e soprattutto la vita è fatta di coincidenze. E' proprio una serie di coincidenze sapientemente miscelate ad un pizzico di temerarietà, una manciata di audacia, un tocco di follia – quella positiva che sta alla base di ogni idea geniale – e qualche goccia di sana incoscienza ad averlo condotto a tuffarsi in una nuova avventura che gli avrebbe cambiato la vita. Questo è quanto racconta Carlo nel suo romanzo "L'uomo che sussurra alle vigne". Un racconto autobiografico brillante e ironico che ci descrive come, dopo aver deciso di abbandonare Milano, la carriera forense, e dopo aver venduto la tenuta in Val D'Orcia che possedeva in società con un gruppo di viticultori, si sia ritrovato - a quasi sessant'anni – a tuffarsi a capofitto in un'avventura bizzarra e stravagante che lo avrebbe portato sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.

Giornali e televisioni, tutti parlano di lui, dal Times a Le Monde, dalla CNN alla Reuter, fino ad approdare alla popolare trasmissione della ABC "Good Morning America". Così come Robert Redford sussurrava ai cavalli, Carlo Cignozzi sussurra alle vigne, spronandole a crescere più sane e lussureggianti grazie all'ausilio della musica classica che risuona in continuazione tra i filari.
Un libro divertente che si legge tutto d'un fiato, che descrive i profumi i colori e i sapori di Montalcino e racconta come, incurante degli scettici e dei cinici, Carlo e il suo progetto siano riusciti non solo ad attirare l'attenzione delle università ma anche a coinvolgere Amar Bose, il guru del suono.
Lettura da gustare in compagnia di un bicchiere di Brunello, magari proprio quello che produce Carlo al "Paradiso di Frassina", il primo al mondo ad essere cresciuto completamente cullato tra le armonie di Mozart.