L'indagine prende in considerazione 227.000 bambini fino a 5 anni, di cui solo 1 su 3 vive una situazione familiare ed economica agiata o tranquilla, ben 1 su 10 cresce nel disagio (figli di genitori soli con lavoro precario e instabile, figli di immigrati di prima generazione non integrati; famigli in cui 2/3 dei consumi sono assorbiti da beni primaria, ovvero spese per la case e per il cibo).
Il disagio può essere amplificato dai limiti e dalle criticità delle politiche per la famiglia:
- i
sostegni monetari (assegni inps, detrazioni fiscali, buono famiglia e dote scuola dalla regione, buoni e voucher sociali dai comuni) sono misure frammentate poco incisive sul reddito della famiglia, servono interventi universalistici di sostegno al costo dei figli;
- i
servizi educativi per la prima infanzia sono pochi e non accessibili a tutti: va incrementata la domanda (aumentando l’occupazione femminile che è anche un fattore protettivo rispetto alla povertà infantile) e ridotto il carico sulla famiglia (nonni compresi); servono servizi universali che garantiscano pari opportunità ai bambini, favoriscano l’integrazione sociale, prevengano il disagio.
In
Provincia di Milano la copertura dei posti in nidi e micronidi (bambini fino a 3 anni) è del 24% (inizio 2009, equamente diviso fra pubblico e privato), dato superiore alla media regionale (18%) e a quella nazionale (16%);
l’obiettivo del 33% indicato da Lisbona è superato solo a Milano città, grazie all’apporto dei nidi privati. Rette e livello di compartecipazione (richiesto all’utenza per il servizio di asilo nido comunale) sono molto variabili, da queste diversificazioni scaturiscono dinamiche discriminatorie che escludono alcune famiglie dall’accesso ai servizi; inoltre permane anche una domanda insoddisfatta pari al 18% dei posti disponibili e i servizi integrativi raggiungono solo una quota residuale dei bambini potenzialmente interessati.
La copertura delle scuole per l’infanzia (3-5 anni) è praticamente universale, in questo caso
i problemi sono l’inclusione di gruppi marginali (famiglie immigrate) e la compatibilità fra orari/giorni di apertura e tempi di lavoro dei genitori.
La spesa sociale nel comparto minori assorbe più del 40% della spesa sociale dei comuni, soprattutto perché asili nido e micronidi sono servizi gestiti prevalentemente in forma diretta; la spesa è garantita dai comuni stessi con le proprie entrate tributarie (70%), le tariffe a carico dell’utenza coprono il 13% dei costi.
Futuri mamme e papà che ci leggete sappiate (chi è genitore già lo sa) che
fare figli oggi richiede coraggio, un pizzico di incoscienza, qualche soldo in saccoccia, sacrifici da parte di tutta la famiglia, grande capacità di coordinare gli spostamenti quotidiani, forte spirito di adattamento alle situazioni, scarsità di servizi... ogni 4 bambini solo uno vincerà (è il caso di dirlo) un posto all’asilo! E se non fosse il tuo? Poi non dite che le istituzioni non vi avevano avvisato...