La libertà di opinione nell’era dei social network è decisamente sopravvalutata. Lo è sempre, lo è anche al di fuori dell’universo virtuale, lo è fin troppo. Molto spesso ci dimentichiamo che non sempre possiamo dire tutto quel che pensiamo, che deve esistere un filtro da pensiero e parola, scritta o parlata, quel filtro che ci distingue dagli animali. Ma lo è soprattutto nel regno di Facebook, Instagram e nella terra dei cinguettii, in quel Twitter fertile di pensieri, commenti irriverenti, irrispettosi, invadenti. A giocarsi lo scettro di regina sono le mogli/fidanzate dei calciatori.
Sì, perché se fino a qualche anno fa il giocatore scontento manifestava la propria irrequietezza discutendo con allenatore e società, oggi accade sempre più di frequente che a esprimere il malcontento non sia l’atleta, ma la Wag. Soltanto negli ultimi mesi è successo tre volte. Da Federica Riccardi, fidanzata di Alessio Cerci, passando per Silvia Slitti, compagna di Giampaolo Pazzini, per arrivare a Carolina Marcialis, moglie di Antonio Cassano.
La prima, la Riccardi, ha fatto parlare di sé già in estate, quando aveva commentato così il trasferimento del suo Alessio all’Atletico Madrid, per poi mettere Cerci nella condizione di fare un imbarazzante dietrofront in gennaio con il suo passaggio al Milan: “Ce ne andiamo nel calcio che conta”. Non contenta, la bella Federica ha ben pensato fosse il caso di polemizzare per il mancato impiego costante dell’attaccante nello scacchiere rossonero. “Non ha senso – le sue parole – che Inzaghi lo metta alla fine”. Per ora Cerci tace… che si vergogni un pochino delle uscite infelici della sua dolce metà?

La seconda, Silvia Slitti, attraverso un’immagine condivisa e poi rimossa da Instagram, ha perorato la causa del suo Pazzini, fin qui ai margini del progetto di Inzaghi, inneggiando alla mancanza di meritocrazia che escluderebbe Giampaolo dalla formazione titolare rossonera.
“Supponiamo che ci vengano date 9 possibilità per far colpo su una persona... o per ottenere un lavoro... o per dimostrare ciò di cui siamo capaci. E che ogni volta dopo 3.8 minuti di media ci venga detto - basta così! - ... ecco, io mi chiedo chi può dire se quella persona è brava o no? O se avendo magari 30 minuti, o 45 o meglio ancora 90 minuti magari cambieremmo idea? E se quella persona fosse una di quelle che non urla o fa scene plateali... ma continuasse a fare in modo serio, diligente e costante ciò per cui è stata voluta... cercata e pagata... (...) provo dispiacere nel pensare che in Italia la famosa meritocrazia non sempre esiste". .jpg)
Infine Carolina Marcialis, rea di aver cinguettato contro mister Roberto Donadoni a proposito dell’addio di Antonio Cassano a un Parma disastrato e prossimo al serio rischio di fallimento. In questo caso, per la verità, sembrerebbe lo stesso Cassano l’autore del tweet di protesta, pubblicato però dal profilo ufficiale della Marcialis…
“Dopo 17 sconfitte parlare di dignità è il colmo! Capisco che hai perso l’occasione x andar via prima e capisco anche l’attaccamento ai soldi, ma qualcuno prima o poi ti cercherà, abbi fede Crisantemo! AC”.Pur comprendendo che gran parte dei calciatori non sia una cima in termini di comunicazione, la strada intrapresa dalle wags non soltanto è controproducente, ma espone sempre più gli atleti a figure pessime. Non che una donna non debba ritenersi libera di esprimere le proprie opinioni, sia chiaro, tanto più se con educazione e rispetto. Ma immischiarsi pubblicamente nelle questioni professionali del proprio compagno… siamo sicuri che sia la cosa giusta da fare?
Perciò uomini, ascoltate un consiglio spassionato e imparate a difendervi da soli e a tenere a bada le wags. Di questo passo dove finiremo?