Game over. Il campionato ha chiuso i suoi battenti a suon di verdetti di piombo: Milan campione d’Italia, Inter e Napoli dritte in Champions League, Udinese ai preliminari che conducono all’Europa che conta, Roma-Lazio-Palermo in Europa League, Sampdoria-Brescia-Bari respinte in cadetteria. Quella che sta per spalancare i cancelli sarà un’estate molto tranquilla dal punto di vista del calcio giocato: niente Mondiali, niente Europei, soltanto una Coppa America che ci tocca marginalmente. Dal punto di vista del calcio giocato, dicevo. Non certo di quello parlato. Perché per quest’ultimo l’estate 2011 sarà delle più accese.

Il walzer delle panchine fa da cornice a una sessione di calciomercato che si preannuncia intensissima. Ricordo che una collega, una volta, paragonò il mercato di gennaio, il cosiddetto mercato di riparazione, ai saldi invernali, suscitando l’ilarità mia e dell’intera redazione.
La finestra estiva, per estensione, apre invece al vero e proprio shopping compulsivo. Virtuale e reale. Perché l’aspetto divertente, se vogliamo bizzarro, del calciomercato estivo è la forza con cui la bufala clamorosa e il colpaccio reale si intrecciano, confondendosi l’una con l’altro, creando confusione, generando entusiasmi e delusioni laceranti.
Perché se molti trasferimenti si consumano in maniera rapida e indolore, ce ne sono altri che lasciano il segno. Pensando al passato, non posso non citare l’addio di Kakà al Milan – con tanto di lacrime della sottoscritta – o l’inatteso passaggio di Ibrahimovic dall’inter al Barcellona e, dopo una sola stagione, ai rossoneri. O l’addio di Quagliarella alla sua Napoli, destinazione Torino.
E, in effetti, il paragone con lo shopping saldifero estivo può anche reggere. Nel mio caso calza a pennello: io, come diversi club nostrani, sono alla disperata ricerca di un abito unico, di un colpaccio per un’occasione speciale, il matrimonio di mia sorella. Ma non disdegno i tour domenicali tra un outlet e l’altro a caccia di occasioni. Perché nell’armadio servono entrambe le cose, no?
E quindi via alla fantasia, agli emozionanti viaggi dell’immaginazione, ma tenendo bene a mente la deadline: 31 agosto 2011. Per il calcio e per me.