Anno nuovo, abitudini vecchie. Pessime abitudini. E a pochi giorni dal Natale delle sempre facili belle parole e dei buoni propositi. Domenica l'Epifania spazzerà via tutte le feste, ma qualcuno ha voluto guastarle anzitempo.
Siamo a Busto Arsizio, è in corso un'amichevole tra Milan e Pro Patria, quando al minuto numero 26 Kevin Prince Boateng, esasperato dagli incessanti ululati di alcuni tifosi avversari all'indirizzo del centrocampista e dei compagni di colore Niang, Emanuelson e Muntari, calcia via violentemente il pallone e lascia il campo.
Dice bene la collega Chiara Caretoni: per i tifosi della Pro Patria poteva essere una bella occasione per vedere i propri giocatori confrontarsi con una grande squadra di Serie A. Ma contro ignoranza e stupidità dilagante c'è ancora purtroppo moltissimo lavoro da fare.
Come spesso ingiustamente accade è il gruppo a pagare le colpe del singolo, in questo caso la maggioranza del pubblico occorso a Busto Arsizio per godersi un soleggiato pomeriggio di calcio e rimasto invece a bocca asciutta. Ma proprio per loro, per chi crede ancora nello sport come divertimento, come forza aggregante e non come palcoscenico dell'idiozia, per tutti i tifosi che si sono dissociati, per loro, unica nota intonata della giornata, era necessaria una reazione, una presa di posizione chiara, forte, inequivocabile.
Presa di posizione che c'è stata questa volta e che ci auguriamo non rappresenti un caso isolato. Tolleranza zero è quel che serve, l'unica risposta possibile e accettabile a un fenomeno tanto ripugnante. Che si tratti di un'amichevole o di una partita ufficiale di campionato, il messaggio deve mantenersi inalterato: NO AL RAZZISMO!