Ore 19.00 Autostrada A1. Firenze Nord. Destinazione Torino.
Ho due possibilità: Firenze mare, litoranea ligure, risalita fino ad Alessandria, Torino;
oppure valico degli Appennini , Bologna, Piacenza, casa.
La prima è più lunga ma meno trafficata, la seconda più a rischio di code per traffico ed incidenti, ma senz'altro più veloce.
Un attimo per prendere la decisione: proseguo per Bologna.
Il traffico è insolitamente scarso. La musica dello stereo è rilassante, il sole sta tramontando dietro l’Aquerino. Supero l’uscita di Barberino del Mugello. Le poche auto che viaggiano nella mia direzione stranamente escono dall'autostrada. Continuo ignaro ed imperterrito.
Autostrada vuota, nelle due direzioni. Comincio a dubitare della mia scelta.
Ma vado avanti, come al solito non guardo mai indietro.Imbocco una galleria; il cartello ad inizio tunnel ne indica la lunghezza: 4256 metri.
E’ un tunnel con una dolce curva sulla destra; ne percorro circa un chilometro e mezzo prima di vedere davanti a me un muro di autotreni. Fermi.
Coda! Non ci voleva.
Sono bloccato in mezzo alla galleria.
Fiducioso aspetto una decina di minuti a motore acceso.
Poi, quando vedo che dagli autotreni cominciano a scendere gli autisti, capisco che andrà per le lunghe.
Dietro la mia auto si è formata una lunga coda di TIR. Nessuna macchina oltre la mia.
Spengo il motore e vado a sentire cosa è successo.
"Mi scusi, ma avete capito cosa è successo?" dico timido rivolto ad un capannello di autisti.

Un camionista dalla pancia immensa, con due zoccoli di pelle pezzata ai piedi ed un cappellino con visiera con su scritto
We Are The Champions, si volta, mi guarda e risponde: "
Un blocco all' uscita della galleria. Due TIR, si sono incastrati. Ne abbiamo per tutta la notte".
Ghiacciato. Rimango letteralmente ghiacciato.
Guardo cellulare: senza campo. Apro il baule dell'auto: senza acqua né viveri.
Solo, in mezzo a quegli orsi giganteschi.
Ma la vedranno la differenza tra me ed una ballerina di lap dance?
Mi chiudo in macchina. Tiro giù il sedile e contemplo il camion davanti a me. Un enorme camion frigorifero. Chiudo gli occhi e mi addormento.
Mi risveglio due ore dopo. L'orologio segna le le 21 e 30. Fame.
Scendo e vedo gli orsi accampati con sedioline da campo attorno a tavoli da picnic in mezzo agli automezzi.
Si stanno bevendo dei grandi bicchieroni di caffé.
Hanno improvvisato delle piccole cucine da campo e mi invitano a bere con loro. Accetto. Scambio due chiacchiere al tavolo degli italiani, torno verso l'auto.
Qui trovo l'autista del camion frigo seduto sul mio cofano. Mi pare molto turbato.
"Qualcosa non va?" chiedo senza esitare. E lui "Il carico è andato. Distrutto: domani mattina dovevo essere al mercato del pesce di Milano con questa roba. Ma andrà a male. La batteria del frigo non tiene tutta la notte." E apre il portellone del frigo.
Meraviglia! Una motrice intera di astici, gamberoni, cicale, aragoste!Due più due. Il mio cervello elabora alla velocità della luce. Cucine da campo, pasta, astici.
Mi metto a correre tra i TIR urlando: "Mettete su l'acqua, tirate fuori la pasta lunga, che questa sera si festeggia!"
Abbiamo imbandito il più stravagante banchetto del pianeta. Gli orsi ed io ci siamo mangiati decine di chili di linguine ai crostacei. Una vera delizia.
Perso ogni imbarazzo, ridiamo, scherziamo tirandoci addosso le carcasse di astici, aragoste e scampi come una vera compagnia di pirati.
L'unico timore e' che il blocco si risolva troppo in fretta.
Che non ci diano il tempo di gustare questa cena luculliana.
Ma questo non accade e, quando, dopo il caffé, ci segnalano che possiamo ripartire, risalgo sulla mia auto un po’ triste perché non avrei più rivisto i miei amici orsi e un po’ allegro perché temevo che, prima o poi, mi avrebbero chiesto di ballare una sensuale danza del ventre.
Dedicato ai miei amici orsi mangia crostacei